Tempio dei Coppieri

Nei primi anni di consolidamento della Riforma in Piemonte i templi erano ambienti semplici costruiti appositamente, pietra su pietra, terra battuta per pavimento, o adattando locali già esistenti. Erano dislocati lontano dal centro di Torre Pellice perché i valdesi, relegati entro i limiti territoriali concessi con il Trattato di Cavour del 1561, si concentravano nelle borgate  lungo la costiera – le pendici della collina – o più in alto ancora, come nei popolosi villaggi dei Bonnet e del Tagliaretto dove la montagna guarda verso Angrogna e Villar. Soltanto uno di questi templi, il più antico secondo la tradizione che lo fa risalire al 1556, è rimasto in piedi: quello costruito in una borgata che portava il nome di una ricca famiglia, Couper o Copier, estinta nel XVIII secolo. 

Ingrandito nel 1607, quando era diventato luogo di culto ufficiale della Chiesa valdese di Torre Pellice, incendiato durante i massacri del 1655, distrutto nel 1686 – anno in cui era iniziato il cruento e sistematico attacco di Vittorio Amedeo II contro i valdesi – il Tempio era stato ricostruito nel 1699 e completamente restaurato e modificato internamente nel 1861.

La chiesa di Torre Pellice

Il Tempio dei Coppieri e quello del Centro sono i due locali di culto in cui la comunità di Torre Pellice oggi si riunisce. Ma sono anche la rappresentazione dei due grandi capitoli della storia dei valdesi: il tempo senza libertà (la segregazione, le guerre, le persecuzioni, la prigionia, lo sradicamento, l’esilio); e quello della libertà, concessa da Carlo Alberto il 17 febbraio 1848 con la firma delle Lettere Patenti.