La pace di Cateau-Cambrésis


Roccaforte di San Quintino (nelle Fiandre, oggi in Piccardia, Alta Francia), agosto 1557: il conflitto che da decenni contrappone Francia e Spagna, si conclude con la vittoria dell’armata spagnola al comando di Emanuele Filiberto. 

Ne ha fatta di strada Emanuele Filiberto da quando, nel 1545, appena diciassettenne, viene mandato dal padre alla corte dello zio Carlo V e, lasciatosi alle spalle il provincialismo del disgregato Stato Sabaudo, si ritrova in mezzo alla grande aristocrazia imperiale. Brucia in fretta le tappe: nel 1553 è nominato comandante supremo dell’esercito imperiale di Carlo V, nel 1556 riceve la carica di governatore dei Paesi Bassi e nel 1557 il cugino Filippo II, diventato re di Spagna dopo l’abdicazione del padre Carlo V, gli affida la guida nello scontro definitivo con i Francesi. Il successo di San Quintino rappresenta l’apice del prestigio di Emanuele Filiberto e lo conferma come uno dei maggiori condottieri del suo tempo.

Nel corso delle successive trattative di pace, quella del ducato di Savoia emerge come questione nevralgica e la sua restituzione conviene sia agli Spagnoli che ai Francesi che intendono fare del Piemonte uno stato cuscinetto. Se ne discute a lungo ed Emanuele Filiberto partecipa direttamente con l’ambizione di ottenere, grazie al suo prestigio personale, la restituzione del ducato. Raggiunto il compromesso, il  trattato che ridefinisce gli equilibri europei viene firmato a Cateau-Cambrésis: il 2 aprile 1559 quello tra Francia e Inghilterra e il 3 aprile 1559 quello tra Francia e Spagna. Emanuele Filiberto ottiene la restituzione dei territori posseduti dal ducato di Savoia prima dell’occupazione francese del 1536; rimangono in mano francese ancora per qualche anno cinque piazzaforti (tra cui Torino e Pinerolo) e, in mano spagnola Asti e Vercelli (poi sostituita con Santhià). A suggellare l’accordo, la diplomazia stabilisce che Emanuele Filiberto sposerà la sorella di Enrico II di Francia, Margherita di Valois.

Recuperata un’identità territoriale e dinastica dopo la dissoluzione del primo Cinquecento, Emanuele Filiberto dovrà con le sue capacità politiche trasformare la sovranità limitata del 1559 in pieno potere.

L’entrata solenne a Torino del Duca e della corte avviene nel febbraio 1563 e sancisce ufficialmente la scelta della città quale capitale dello stato sabaudo, motivata da considerazioni di carattere strategico ed ideologico.