Istruzione femminile valdese nell’Ottocento


E’ importante, ogni tanto, ristudiare la nostra storia passata.

Per questo siamo davvero grati a Sara Rivoira che nel pomeriggio del 24 settembre, ai Coppieri, ci ha illustrato in un’efficace sintesi la realtà dell’istruzione nelle nostre valli nell’800, con particolare riguardo a quella rivolta al mondo femminile.

Già a metà del ‘700 esisteva una rete di scuole elementari di quartiere e di capoluogo, condotte dai régents, per bambine e bambini.

Importante era imparare a leggere per potersi avvicinare alla Bibbia.

Proprio il 17 settembre scorso è stata festeggiata la ristrutturazione dell’antico tempio-scuoletta del Ciarmis.

Ma è nei primi decenni dell’800 che il sistema scolastico venne ampliato e riorganizzato grazie al contributo economico e programmatico dei comitati delle chiese protestanti inglesi e olandesi e di alcuni benefattori quali William Gilly e Charles Beckwith.

Per alfabetizzazione di base, in realtà, le valli valdesi non costituivano un “unicum”, ma senza dubbio disponevano di un numero di scuolette (fino a 170) assolutamente superiore rispetto ad altre zone montane.

L’istruzione secondaria, però, era destinata solo ai ragazzi, mediante una Ecole générale volta a fornire le basi della cultura classica ai giovani che avrebbero intrapreso la carriera pastorale e una scuola Normale per la formazione dei maestri.

Nel 1831 fu fondato a Torre Pellice il Collegio, auspicato e sostenuto soprattutto dal Gilly. Alle ragazze era ovviamente preclusa la frequentazione di queste scuole.

Nella prima metà dell’800, tuttavia, si sentì l’esigenza di dotare anche le adolescenti di una formazione e di competenze (dalla lettura e scrittura in italiano e in francese al cucito e ricamo, dall’aritmetica al comportamento e al governo della casa) che permettessero loro di poter trovare lavoro “a servizio” in città e soprattutto di diventare buone madri di famiglia.

Grazie a finanziamenti esteri, nel 1826 furono aperte le prime scuole femminili valdesi – les écoles des filles – (per la prima volta con insegnanti donne), per fanciulle dai 10 ai 16 anni, che furono discretamente frequentate e rimasero aperte fino al 1911 quando l’istruzione passò in mano allo Stato unitario.

L’attenzione particolare che Beckwith prestò all’istruzione femminile lo portò nel 1837 a fondare un istituto superiore per le ragazze valdesi di famiglia agiata, il Pensionnat.

Oltre alle varie materie, insegnate in modo più approfondito, era dato molto spazio agli ideali di ordine, moralità e religiosità appropriati per delle future mogli di pastore o di uomini di alta condizione.

Il Pensionnat si chiuse nel 1908 con l’apertura – a fine ‘800 – del Collegio valdese alla frequenza femminile.

Un discorso a parte merita l’Ecole des filles pauvres, la cui storia è stata con grande sensibilità rievocata da Gabriella Ballesio e da un pronipote di Georges Appia domenica 8 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di una appropriata targa al vecchio presbiterio dei Coppieri.

Presenti anche diversi membri della Société di Ginevra Louis Appia (medico, fratello di Georges e cofondatore della Croce Rossa).

Negli stessi anni in cui a Torre fu aperto l’Orphelinat che assicurava un’istruzione elementare, il pastore Georges Appia fondò l’Ecole des filles pauvres per accogliere le fanciulle di famiglie particolarmente indigenti.

La scuola – diretta da Giuseppina Berio d’Espine, donna generosa e sensibile che era entrata con il marito nella chiesa valdese – per più di dieci anni assicurò una formazione adeguata a molte ragazze che spesso, poi, trovarono impiego all’estero come domestiche presso famiglie importanti.

Ancora una volta i principi educativi erano: lavoro, rettitudine, coscienza.