Giornata mondiale di preghiera

Come ogni anno, il primo venerdì di marzo si celebra insieme ecumenicamente la “Giornata Mondiale di Preghiera”, un’occasione per informarsi, pregare e agire, guidate/i dalle donne cristiane di un Paese, ogni volta diverso.

Anche quest’anno il gruppo ecumenico del pinerolese organizza il culto della GMP, per domenica 3 marzo alle ore 15, nel tempio valdese di Pinerolo.

La predicazione è stata affidata alle sorelle cattoliche, mentre la liturgia è stata preparata, già alcuni anni fa, dalle sorelle delle chiese cristiane della Palestina, prima dell’attuale drammatica situazione.

Il tema che le sorelle palestinesi hanno scelto per la celebrazione viene dalla lettera agli Efesini: “Sopportatevi con amore” (Ef. 4,2).

CONTA: una campagna per le contribuzioni

Perché una campagna per le contribuzioni?
Le chiese valdesi, dal punto di vista economico, vivono grazie ad un sistema partecipativo: ciascun membro versa la propria contribuzione per il mantenimento delle attività della chiesa e delle persone che ci lavorano. Tante cose che a volte diamo per scontate esistono grazie a questo semplice meccanismo: attività per i più piccoli, catechismi, accompagnamento nei momenti di lutto, predicazioni e incontri biblici, cura pastorale, sostegno economico di pastori e pastore in servizio e in pensione.

Senza persone che contribuiscono non avremmo tutto quello che fa funzionare le chiese locali come le conosciamo oggi.

Ma le contribuzioni sono da molti anni in continua decrescita e le ragioni sono varie: la diminuzione della popolazione ecclesiastica e del reddito medio, i processi di secolarizzazione, il minor senso di partecipazione e di responsabilità personale al supporto alla vita della chiesa.

La riflessione su questo tema dura da tempo, ma il percorso di questa campagna è più recente e nasce nel novembre 2022 con la creazione di un gruppo di lavoro che si è confrontato sulla crisi delle contribuzioni nel nostro Distretto (e non solo) e sulle possibili azioni da intraprendere per provare a porvi rimedio.

Ogni chiesa locale ha sempre messo in atto le proprie iniziative di sensibilizzazione, ma oggi si è ritenuto importante aggiungere un intervento organico comune a tutte le chiese, perché sia chiara la rilevanza della questione: non è un piccolo problema locale, ma una criticità seria, della chiesa tutta. È importante parlarne.

Per questo la Conferenza Distrettuale a giugno 2023 ha incaricato la CED di predisporre una “campagna di comunicazione” per diffondere nelle comunità l’urgenza di questo appello e contribuire al futuro della nostra chiesa.

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Questa campagna, elaborata grazie anche al lavoro di Vibes e RBE, ha un titolo semplice: CONTA.

Il messaggio, chiaro e stringente, vuole accostare il significato economico a quello della presenza attiva.

Tutti e tutte possono vedere i conti delle nostre chiese e rendersi conto della carenza sistemica; ma tutti e tutte possono anche esserci, partecipare e fare la differenza con la propria presenza: in una parola contare.

Articolo tratto da: https://www.vallivaldesi.chiesavaldese.org/conta/

Notizie dalla Casa delle Diaconesse

Eccoci prossimi al Natale e vicini quindi a molte occasioni di incontri, di festa e di riflessioni.

Anche la Casa delle Diaconesse vuole affrontare questo ultimo periodo dell’anno rinnovando alcune opportunità di condivisione con parenti, con amici e sicuramente anche con le sorelle e i fratelli della nostra chiesa.

Data la stagione invernale, per gli ospiti è sicuramente più difficile poter uscire dalla Casa e per questo l’invito rivolto è quello che siate voi a varcare la soglia della residenza per venire a trovarci per un saluto, un augurio, per portare un sorriso o per fare insieme una preghiera o un canto.

Tra i momenti che condivideremo, con grande gioia e riconoscenza, c’è quello con i bambini della Scuola domenicale che, accompagnati da monitori e monitrici e dalla diacona Karola, verranno a trovarci per decorare l’albero e gli spazi della Casa portando così, con la loro vivacità e creatività, allegria e aria di festa ai nostri ospiti.

Il 6 dicembre ci sarà un momento dedicato a un piccolo bazar e il Natale sarà festeggiato dagli ospiti con un pranzo speciale e una piccola festa nei giorni precedenti il 25.

I tempi non sono ancora così semplici e non ci è ancora consentito di organizzare momenti corali con l’intera comunità.

Speriamo di riuscire a realizzare questo desiderio in primavera e poter così accogliere la comunità di Torre (e chiunque desideri aggiungersi) di nuovo negli spazi della Casa, ricambiando la generosità di tutte e tutti coloro che negli anni appena trascorsi si sono adoperati per organizzare al meglio i momenti di festa e di culto avvenuti nel tempio o alla Casa Unionista.

Vorremmo esprimere singolarmente a tutti il nostro ringraziamento per il tempo e la cura che ci avete rivolto, ma non riuscendo a farlo diciamo un grande grazie corale per tutto ciò che ci è stato donato (dalla fatica dell’organizzazione del culto nel cortile della Casa Unionista, all’assistenza molto apprezzata per il concerto organizzato, alla presenza più che gradita nelle diverse occasioni di festa e non solo).

Ricordiamo che, anche nel periodo festivo, la Casa delle Diaconesse continua a prestare i propri servizi per l’accoglienza diurna, per il servizio domiciliare e per i pasti a domicilio.

Come saprete, l’organizzazione del lavoro della CSD è stata modificata nell’ultimo Sinodo.

I Comitati delle opere hanno un ruolo ridotto rispetto a prima e stanno vivendo oggi un momento di riflessione per comprendere meglio come affrontare i compiti affidati, partendo anche dalla considerazione del numero sempre più ridotto dei membri e delle condizioni di già generalizzata difficoltà delle chiese.

E’ e sarà sempre più importante riuscire a mantenere l’azione diaconale come parte integrante della testimonianza evangelica che, come Chiesa, siamo chiamati a fare. Speriamo vivamente che siano possibili momenti di incontro per rendere vivo e attivo tutto ciò.

In occasione del Natale desideriamo esprimere a tutti i più sentiti auguri perché la venuta di Gesù sulla terra ci illumini e ci consenta di trovare la strada più giusta per essere fedeli servitori del Signore.

Buon Natale!

Istruzione femminile valdese nell’Ottocento

E’ importante, ogni tanto, ristudiare la nostra storia passata.

Per questo siamo davvero grati a Sara Rivoira che nel pomeriggio del 24 settembre, ai Coppieri, ci ha illustrato in un’efficace sintesi la realtà dell’istruzione nelle nostre valli nell’800, con particolare riguardo a quella rivolta al mondo femminile.

Già a metà del ‘700 esisteva una rete di scuole elementari di quartiere e di capoluogo, condotte dai régents, per bambine e bambini.

Importante era imparare a leggere per potersi avvicinare alla Bibbia.

Proprio il 17 settembre scorso è stata festeggiata la ristrutturazione dell’antico tempio-scuoletta del Ciarmis.

Ma è nei primi decenni dell’800 che il sistema scolastico venne ampliato e riorganizzato grazie al contributo economico e programmatico dei comitati delle chiese protestanti inglesi e olandesi e di alcuni benefattori quali William Gilly e Charles Beckwith.

Per alfabetizzazione di base, in realtà, le valli valdesi non costituivano un “unicum”, ma senza dubbio disponevano di un numero di scuolette (fino a 170) assolutamente superiore rispetto ad altre zone montane.

L’istruzione secondaria, però, era destinata solo ai ragazzi, mediante una Ecole générale volta a fornire le basi della cultura classica ai giovani che avrebbero intrapreso la carriera pastorale e una scuola Normale per la formazione dei maestri.

Nel 1831 fu fondato a Torre Pellice il Collegio, auspicato e sostenuto soprattutto dal Gilly. Alle ragazze era ovviamente preclusa la frequentazione di queste scuole.

Nella prima metà dell’800, tuttavia, si sentì l’esigenza di dotare anche le adolescenti di una formazione e di competenze (dalla lettura e scrittura in italiano e in francese al cucito e ricamo, dall’aritmetica al comportamento e al governo della casa) che permettessero loro di poter trovare lavoro “a servizio” in città e soprattutto di diventare buone madri di famiglia.

Grazie a finanziamenti esteri, nel 1826 furono aperte le prime scuole femminili valdesi – les écoles des filles – (per la prima volta con insegnanti donne), per fanciulle dai 10 ai 16 anni, che furono discretamente frequentate e rimasero aperte fino al 1911 quando l’istruzione passò in mano allo Stato unitario.

L’attenzione particolare che Beckwith prestò all’istruzione femminile lo portò nel 1837 a fondare un istituto superiore per le ragazze valdesi di famiglia agiata, il Pensionnat.

Oltre alle varie materie, insegnate in modo più approfondito, era dato molto spazio agli ideali di ordine, moralità e religiosità appropriati per delle future mogli di pastore o di uomini di alta condizione.

Il Pensionnat si chiuse nel 1908 con l’apertura – a fine ‘800 – del Collegio valdese alla frequenza femminile.

Un discorso a parte merita l’Ecole des filles pauvres, la cui storia è stata con grande sensibilità rievocata da Gabriella Ballesio e da un pronipote di Georges Appia domenica 8 ottobre, in occasione dell’inaugurazione di una appropriata targa al vecchio presbiterio dei Coppieri.

Presenti anche diversi membri della Société di Ginevra Louis Appia (medico, fratello di Georges e cofondatore della Croce Rossa).

Negli stessi anni in cui a Torre fu aperto l’Orphelinat che assicurava un’istruzione elementare, il pastore Georges Appia fondò l’Ecole des filles pauvres per accogliere le fanciulle di famiglie particolarmente indigenti.

La scuola – diretta da Giuseppina Berio d’Espine, donna generosa e sensibile che era entrata con il marito nella chiesa valdese – per più di dieci anni assicurò una formazione adeguata a molte ragazze che spesso, poi, trovarono impiego all’estero come domestiche presso famiglie importanti.

Ancora una volta i principi educativi erano: lavoro, rettitudine, coscienza.

La “Rencontre” del Colle della Croce compie 90 anni

Circa 300 persone si sono radunate domenica 23 luglio per festeggiare i primi 90 anni della rencontre del Colle della Croce.

Nonostante il vento freddo incontrato sul percorso è stata una bella giornata riscaldata dalla predicazione del pastore francese Frédéric Rognon, dalle musiche dei Trombettieri della Val Pellice e dai canti del Coretto Valdese.

Interessante anche la presentazione da parte di Sara Rivoira, dell’Ufficio Beni culturali della Tavola Valdese, del pannello illustrativo sulla storia, aneddoti ed immagini legati alla rencontre, che prossimamente verrà installato sul colle.

E’ sicuramente piacevole osservare come, nonostante la posizione geografica non agevole, così tante persone di varie età, da sole o con amici o familiari e di nazionalità differenti si ritrovino con gioia e fratellanza per condividere annualmente le emozioni date da questo momento comunitario.

Non resta che auspicarsi che questo entusiasmo perduri negli anni a venire.

Conversazioni su fede e testimonianza e nel mondo

E’ stato un bel pomeriggio il 6 agosto 2023.

Talmente bello che ci siamo ritrovati molto numerosi sul piazzale del tempio, all’ombra dei due grandi alberi che con la loro sola presenza comunicano gioia e riconoscenza. L’incontro aveva come tema: “Diaconia e esistenza della chiesa.

“Questo è anche il titolo di un volume Claudiana del 1960, con sottotitolo: “Il compito della chiesa non è quello di vivere per sé, ma di vivere per il mondo, non di salvare sé stessa (poiché Cristo l’ha salvata) ma di portare al mondo il Cristo salvatore “, che ha guidato la riflessione della Commissione Evangelizzazione della nostra chiesa locale per l’incontro di quella bella domenica pomeriggio.

Anche l’esperienza del Tempio Aperto, le domande dei visitatori di passaggio, curiosi della nostra storia, del nostro modo di tentare di parlare della nostra fede e dell’amore del Signore per tutto il suo creato, ci ha stimolati a scegliere questo tema.

Una cosa è apparsa subito molto chiara: non eravamo lì per ascoltare una conferenza ma bensì per riflettere insieme sul nostro essere chiesa che non può non occuparsi di diaconia.

Eravamo tutti pieni di aspettative, pronti a metterci in gioco, partecipando ad un incontro che ci invitava a parlare della nostra vocazione di credenti nel mondo di oggi.

La domanda sottesa era impegnativa: “Come vivere la nostra vocazione di credenti nel mondo di oggi? In che rapporto sta la nostra fede con le scelte che compiamo nel mondo? Chiesa e diaconia sono due realtà separate?”.

Non essendo una conferenza ma un pomeriggio di ricerca comunitaria, i “relatori/trici” sono stati i membri stessi della commissione evangelizzazione: Carla Beux , Michel Charbonnier, Paola Gisola, Rossella Sappé, con la presenza fondamentale di Marco Jourdan che ha partecipato in passato alla stesura del libro Claudiana.

Ha coordinato l’incontro il pastore Davide Rostan.

Il pomeriggio si è dipanato su questi temi con numerosi interventi del pubblico, che, dati i diversi luoghi di provenienza, hanno presentato storie di interventi diaconali diversi, con risposte differenti a seconda dei contesti, hanno portato esperienze di difficoltà, ma evidenziando che quello che ci spinge come credenti è la ricerca della nostra relazione con Gesù Cristo e la consapevolezza che abbiamo bisogno di esserne testimoni.

La diaconia è uno dei modi che ci consentono di metterci in rapporto fraterno con gli altri, con tutti gli altri.

Perchè viviamo in mezzo a sorelle e fratelli con i quali non possiamo non condividere una parte della nostra vita, con i quali possiamo tentare dei rapporti di solidarietà e di vicinanza, soprattutto con chi si trova in difficoltà.

Chiesa e diaconia non sono due realtà separate.

Possiamo cercare di agire in risposta all’amore ricevuto dal Signore.

Oltre ad agire e vivere nell’amore del Signore dovremmo parlarne senza timidezza.

Questo è annunciare la Parola del Signore.

Ma qui il compito è immenso e tocca a ognuna ed ognuno di noi.

Diaconia ed esistenza della chiesa

“Il compito della chiesa non è quello di vivere per sé, ma di vivere per il mondo, non di salvare sé stessa ( poiché Cristo l’ha salvata ) ma di portare al mondo il Cristo salvatore”.

Quest’anno la Commissione Evangelizzazione propone per domenica 6 agosto alle ore 17 un incontro-riflessione che riparte dal primo numero di “Diakonia” del 1960.

In quel contesto, alcuni nostri fratelli e sorelle, sollecitavano le nostre chiese ad uscire maggiormente dai templi per annunciare, in parole e azioni, la parola di salvezza che Dio ci ha affidato.

Allo stesso tempo chiedevano che i non-pastori avessero più spazio nelle chiese e potessero ricevere una formazione adeguata per poter svolgere il loro ministero nel mondo come credenti.

Siamo partiti da questa sfida ripercorrendo un po’ la storia della nostra chiesa e dei vari progetti diaconali che hanno ispirato e sono stati ispirati da questa riflessione.

Siamo convinti che siano spunti che ancora ci interrogano oggi e che ci provocano nuove domande: come vivere la nostra vocazione di credenti nel mondo di oggi, nel poco tempo che_ i tempi sempre più precari di lavoro e di vita ci lasciano? In che rapporto sta la nostra fede con il nostro lavoro, con le scelte che compiamo nel “mondo”?

Vogliamo parlarne insieme con Marco Jourdan, diacono della chiesa e curatore del libro il cui titolo ha dato il tema al nostro pomeriggio. Davide Rostan, pastore a Bobbio Pellice, avrà il compito di introdurre alcuni temi contenuti nel quaderno.

Michel Charbonnier, pastore a Torre Pellice introdurrà il pomeriggio e interverrà nella conversazione insieme alle altre componenti della Commissione: Carla Beux, Paola Gisola e Rossella Sappé, tutte con esperienza lavorativa in campo sociale.

Conversazione a più voci, dunque, a cui siete invitate/i per arricchire di contributi il dibattito.

Un viaggio a Roma con giovani e catecumene/i

Dopo cinque lunghe ore di viaggio, tra risate e ronfate, eccoci finalmente nella tanto attesa città eterna!

Ci fiondiamo subito in una tipica osteria romana… e qui il dilemma: carbonara, amatriciana o cacio e pepe? Ma il meglio deve ancora arrivare… svoltato l’angolo, ci ritroviamo di fronte l’imponente e magnifico Colosseo illuminato, in tutta la sua grandezza.

Roma ci conquista subito e noi conquistiamo lei, cantando a squarciagola tra le sue vie.

La sveglia della mattina di sabato non è mai stata così bella: svegliarsi a Roma e prepararsi per partire alla sua scoperta non ha prezzo!
Strade e piazze fatte di storia e cultura, angoli nascosti, monumenti spettacolari e l’immensità della città ci accompagnano in questa giornata, insieme alla bravissima guida Corinna che con la sua simpatia ci porta nell’antica Roma di Lutero.

Infine, un tramonto mozzafiato ci aspetta su una terrazza romana. Poi una pizzata nella Chiesa Valdese di via IV novembre per finire in bellezza il nostro primo giorno romano.

La domenica mattina si apre con un’altra bella scoperta: la bellissima Chiesa Valdese di Piazza Cavour. Dopo il culto e qualche curiosità, il pranzo ci aspetta tra momenti comunitari e qualche canto insieme. Poi, uno sguardo indietro e un po’ di nostalgia per i nostri pastori che ci portano tra i loro banchi della Facoltà di teologia…

“oh, ma ti ricordi quando..?”, “questa è stata la mia prima stanza in convitto” “ehi, quello era il posto dove mi sedevo sempre io!”…
La visita non si ferma qui. Proseguiamo costeggiando il Tevere, poi Castel Sant’Angelo, San Pietro, Campo dei Fiori e per concludere in bellezza…una chitarra e la voglia di stare insieme ci bastano per fermare il tempo in ricordi indelebili.

Arriva il momento del rientro, un’ultima passeggiata tra le vie di Roma e si ritorna a casa. Tre giorni di condivisione, canti, risate, storia, bellezza in una città eterna che vive di storie umane, raccontate, ripetute eppure sempre nuove.

Presinodo FGEI

“La bellezza di mille voci”.

Questo il titolo pensato per il pomeriggio di attività che si è tenuto il 20 agosto alla Casa Unionista di Torre Pellice, riprendendo, dopo due anni di pausa, l’usuale appuntamento del Presinodo.

Quest’anno si è trattato in realtà della Pre-Assemblea-Sinodo, in occasione della quale la FGEI ha voluto valorizzare la sua vocazione interdenominazionale, offrendo ai e alle partecipanti una finestra sulle tematiche che maggiormente sono caratterizzate dalla collaborazione BMV, all’interno della Federazione.

Testimonianze sulla partecipazione di fgeini e fgeine alle attività internazionali della WSCF hanno preceduto un momento di riflessione comune sul nostro rapporto personale con la musica e su cosa essa rappresenti nella nostra vita di credenti.

Il pomeriggio si è concluso con un aperitivo che è stato occasione di incontro tra le generazioni, le denominazioni, i diversi modi di vivere un’unica FGEI.

Presinodo – Donne

Il pomeriggio del 20 agosto 2022 nella sala Scroppo ha avuto luogo il presinodo – donne, organizzato dalla FDEI, sul tema “DONNE E MIGRAZIONE”.

Loretta Malan, direttrice del Servizio Inclusione della CSD, ci ha presentato innanzi tutto un breve excursus sulla provenienza delle diverse ondate migratorie in questi ultimi anni: Africa sub-sahariana, Siria (da questo Paese con i primi corridoi umanitari), Pakistan e Afghanistan attraverso la rotta balcanica, Ucraina.

Quindi, qualche dato: oggi la CSD accoglie in Italia 700 persone (nelle Valli 40), di cui il 30% sono donne.

E poi le considerazioni di fondo su cui dovremmo riflettere seriamente: in primis l’importanza e la ricchezza dell’incontro con culture, tradizioni, sensibilità diverse; quindi la necessità di cercare di capire meglio le persone che abbiamo di fronte, di pensarle come emigrate e non come migranti: “perché hanno dovuto o scelto di lasciare il loro Paese? Che cosa, chi hanno lasciato là? Cosa si immaginano di trovare qui?” Loretta ci ha assicurato che le donne che ha conosciuto e conosce nel suo lavoro di accoglienza sono persone molto forti, tenaci, con incredibili competenze, fantasia, capacità di adattamento; sono persone da cui imparare.

Proprio su questa affermazione – che noi dobbiamo cambiare il nostro sguardo sulle donne migranti – si è inserito poi l’intervento di Marta Bernardini – coordinatrice di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti della FCEI.

Con toni appassionati, forte della sua lunga esperienza sul campo (iniziata nel 2014 a Lampedusa), ci ha spiegato come ciò che pensiamo riguardo ai migranti – e soprattutto alle donne – sia molto diverso rispetto alla realtà.

Noi guardiamo alle donne che arrivano sole o con i loro bambini come a persone fragili, vulnerabili, da proteggere e compatire; oppure le vediamo, in certe situazioni, quali opportuniste e profittatrici.

Noi giudichiamo, viviamo di categorie. In realtà, queste donne fuggono dal loro Paese con la forza della ribellione e della speranza; durante il viaggio subiscono violenze e abusi, ma sfidano il rischio, spinte dal consapevole desiderio di un cammino nuovo, di una nuova costruzione di sé, di un futuro da scegliere in prima persona.

Seriamente noi dobbiamo riconoscere che in fondo conserviamo pensieri e atteggiamenti razzisti. Dobbiamo, insomma, trasformare il nostro sguardo!

Il Gruppo Teatrale Angrogna ha concluso il pomeriggio offrendoci, tra storie, musiche e canti, lo spettacolo “Migranti”, grazie al quale abbiamo potuto ricordare e ripercorrere il destino delle migliaia di nostri connazionali che hanno dovuto emigrare nell’800 e nel 900, soprattutto in Sud e Nord America.