Il Coretto incontra Riesi e la Sicilia

Metti insieme una giovane maestra di fine ‘800, una giovane insegnante ed animatrice che nel 2017 prese la strada per il Servizio Cristiano, un coro giovanile desideroso di andarla a trovare, mescola bene tutti gli ingredienti e ne verrà fuori un mix esplosivo e travolgente!!

Così è stato il recente viaggio del Coretto di Torre Pellice in Sicilia. Accolti, il 27 aprile scorso, da una “mamma” Etna vigile e innevata, sotto un sole mitigato dal vento e su comodi pulmini che diventeranno la nostra casa, attraversiamo aranceti, campi di grano, dolci colline ora brulle, ora verdeggianti, prima di raggiungere Riesi, posata anch’essa su delle colline, una delle quali, il Monte degli Ulivi, ospita dal 1961 il Servizio Cristiano.

L’opera voluta dal pastore Tullio Vinay e progettata dall’architetto Leonardo Ricci ci accoglie con la bellezza dei suoi edifici immersi nella natura, costruiti senza abbattere nessuno degli ulivi secolari preesistenti, circondati anzi di muretti protettivi per conservarli e trasmettere alle nuove generazioni l’amore e il rispetto per il territorio e l’ambiente, come fonte di vita e di riscatto per l’essere umano.

La prima accoglienza, in verità, ce la fa Foffo, il dolcissimo cane di Dorina, una dei primi direttori del Coretto, che insieme a Maurizio ci ha raggiunti, in camper, da Udine. Foffo, ormai, ci conosce, e ci sente arrivare…!!

Da quel momento, ci aspettano tre giorni intensi di incontri, canti, risate, spazi di riflessione e di svago.

Incontri Jacqueline, che ti spiega con orgoglio che al SC si mangiano verdure bio dell’orto di casa, che il sapiente Momo, coadiuvato da uno staff gentilissimo, trasforma in piatti gourmet, incontri la staff di Agape in retraite, l’Assemblea degli Amici e Comitato generale, la Moderatora che predicherà la domenica su un testo difficile, Natan che apre gli occhi a Davide sulla gravissima prevaricazione che compie, forte della sua posizione di potere.

Incontri Giovanni, pronto ad affrontare col sorriso il Consiglio di Chiesa per venire incontro alle nostre richieste più strampalate, come quella di fare due buchi nel muro del tempio per appendere il telo per la nostra proiezione (tranquilli, non è stato necessario!).

Incontri finalmente Irene, la nostra “maestrina” (ma l’avevamo virtualmente già incontrata al nostro arrivo, anche solo facendo un aperitivo: “ Ah, siete il coro, Irene ce l’aveva detto”, “Irene ci ha dato disposizioni”..), che ci raggiunge sotto il sole della Valle dei Templi.

Incontri il mare, che invita i più temerari ad un abbraccio con la sua acqua fresca (“ma io faccio il bagno nei tumpi, cosa vuoi che sia?”).

Incontri Montalbano, la sua casa, il suo commissariato.

E poi, incontri la comunità. Al singolare, perché la comunità di fede è una, al Sud come al Nord, valdese e metodista insieme.

Ed è un incontro folgorante, dove lo scambio è reciproco. Il Coretto porta, umilmente, la sua storia, “Maestrine” (contemporanee alla “maestrina della penna rossa” di De Amicis) a chi, di quella storia, è frutto e quel testimone ha raccolto e portato avanti, con tenacia, fede, resilienza.

Porta la sua gioia, il suo canto. E riceve la profonda testimonianza, a Scicli come a Riesi, di come quella fede non sia rimasta chiusa nel tempio, ma si sia tradotta in pratiche di accoglienza, di legalità, di sostegno alle persone fragili.

Non alle Valli, dove siamo in tanti. E anche quando questo abbia significato subire attacchi da parte di fascisti contrari all’azione della Casa delle Culture, a Scicli, o della mafia, indispettita che un “suo” bene espropriato sia stato affidato in gestione al Servizio Cristiano.

Fede di frontiera, passione, amore per il prossimo.

Questo ci portiamo a casa, insieme alle storie e ai volti di persone divenute care, con la consapevolezza che gli incontri si sono trasformati in legami.

E ti guardi intorno, l’ultima sera, solo più noi nel refettorio del SC, 20 persone a cantare tutto il cantabile, racchiuse tra due date, 8 novembre 1945 e 8 novembre 2008, data di nascita del più grande e della più piccola, e puoi solo ringraziare il Signore di far parte di un gruppo così, che continua a trasmettere alle nuove generazioni tanti valori attraverso il canto.

Tempo di un “Possa la tua strada”, nella hall dell’aeroporto, e siamo a casa.