Noi e l’ambiente: facciamo il punto sugli sprechi alimentari


Il 5 febbraio si è tenuta la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2014. L’evento è un’occasione per sensibilizzare verso una maggiore attenzione ai consumi e ai relativi sprechi. L’edizione 2021 è stata dedicata all’evoluzione dei nostri comportamenti in rapporto allo spreco alimentare durante la pandemia.
I dati fanno riflettere: 4-5 euro è il valore di cibo buttato ogni settimana per ogni nucleo familiare. Annualmente ogni persona getta cibo per un peso equivalente a quasi 37 kg. A livello nazionale si raggiunge un valore di circa 10 miliardi di alimenti sprecati, incluse anche le perdite di filiera, maturate nelle fasi di produzione e distribuzione.

Se aggiungiamo che il sistema alimentare è responsabile di un terzo delle emissioni globali di biossido di carbonio, capiamo quanto sia importante ridurre al minimo questa cattiva abitudine.
Lo spreco è dovuto spesso all’acquisto di prodotti in quantità maggiore di quella che servirebbe, alla difficoltà di programmare quando si mangia in casa, alla dimenticanza in frigo o in dispensa di prodotti che vengono gettati se scaduti e, ancora, alla tendenza a non recuperare gli avanzi.
Con l’emergenza sanitaria in atto e le conseguenti limitazioni si è registrata un’inversione di tendenza: complici una maggiore presenza in casa, l’impossibilità di mangiare fuori, più tempo da dedicare alla cucina, gli Italiani hanno acquisito comportamenti virtuosi. Le ultime indagini segnalano che la spesa è stata fatta in maniera più oculata, gli alimenti sono stati utilizzati con maggior cura (preparazione di conserve e marmellate, cibo surgelato se non utilizzato immediatamente), gli avanzi sono stati riproposti ai pasti successivi.
Nella speranza che questo cambiamento nelle abitudini non sia soltanto passeggero, ricordiamo alcune buone pratiche per ridurre lo spreco alimentare:
1. verificare periodicamente i prodotti che abbiamo in dispensa e in frigo, cercando di mettere in vista quelli che scadono prima;
2. evitare grandi spese ma preferire l’acquisto più frequente, in modo da comprare quanto effettivamente necessario e attenersi preferibilmente auna lista;
3. regalare il cibo in eccesso: ai familiari, ai vicini di casa e– se si tratta di alimenti
non cucinati – al nostro sportello diaconale per la preparazione dei pacchi alimentari;
4. sperimentare ricette creative che permettano di utilizzare al meglio gli alimenti (es. marmellata di bucce di mele; pesto di ciuffi di carote);
5. indirizzare alcuni alimenti o scarti di essi verso nuovi utilizzi: i fondi di caffè possono essere utilizzati come fertilizzante, i limoni avvizziti possono essere recuperati come detergenti per superfici.