Noi e l’ambiente


Avreste mai pensato di indossare un paio di mocassini di foglie di ananas, una borsa di buccia di mela o una sciarpa in fibra di latte? Difficilmente.

Eppure non è fantascienza, ma una bella realtà che si sta affacciando sul mercato, in particolare quello dell’abbigliamento, uno dei settori che impatta maggiormente sull’ambiente.

Mais, uva, mele, ananas, banane, cactus, funghi e fondi di caffè: sono soltanto alcuni materiali vegetali che, in fase di scarto di altre produzioni, in particolare di quella alimentare, possono fornire preziose risorse sostenibili per la produzione di materiali innovativi, soprattutto in sostituzione di pellame e filati tradizionali.

Queste produzioni innovative consentono di recuperare materiali che altrimenti costituirebbero un rifiuto, ridurre l’utilizzo di acqua e altre materie prime nelle fasi di fabbricazione, diminuire le emissioni di Co2 e altri agenti inquinanti.

In Spagna è stata brevettata una similpelle 100% vegetale ottenuta dalla lavorazione delle foglie di ananas, che può sostituire la pelle animale nella produzione di scarpe e borse.

Orange Fiber è un’azienda tutta italiana che ha sviluppato la produzione di un filato, simile alla seta, dalla cellulosa di agrumi, che si ottiene a sua volta dal recupero dello scarto della loro spremitura (che costituisce il 60% del peso originario), una volta tolta la polpa ed estratti gli oli essenziali dalla buccia.

L’azienda tedesca QMilk produce invece una fibra tessile dal latte che altrimenti sarebbe eliminato. Inoltre, per produrre un kilo di tessuto, occorrono solo 2 litri di acqua, contro i 10.000 litri occorrenti per un kilo di cotone.

La fibra di latte è resistente, antibatterica, biodegradabile e senza componenti irritanti. Certamente, non possiamo affermare che tali materiali siano molto diffusi e che abbiano un prezzo accessibile.

Nel frattempo, quando acquistiamo un capo di abbigliamento o un accessorio in fibre naturali, per avere la certezza che sia stato prodotto con metodi etici e sostenibili (per l’ambiente e per i lavoratori) possiamo controllare che abbia una certificazione riconosciuta (come OEKO-TEK e GOTS).